Quando si perde un parente o una persona a cui si era affezionati sembra che il tempo si fermi e che tutto quello che c’è intorno non abbia più importanza. A livello emotivo è molto difficile reagire e trovare la forza per affrontare la situazione.
Tuttavia, in caso di lutto, è necessario capire come muoversi e quali siano le pratiche burocratiche da gestire per l’organizzazione del funerale.
La legge, infatti, stabilisce dei tempi ben precisi per effettuare la cerimonia funebre e la sepoltura. Secondo la normativa vigente, devono passare almeno 24 ore dal decesso. Ma la situazione è differente a seconda che una persona muoia in casa, in ospedale o nel caso di decesso in modo violento.
Noi di Onoranze Funebri La Simonetta ci occupiamo di organizzare funerali da oltre 70 anni e in questo articolo vogliamo approfondire e spiegarti quanto deve passare per organizzare un funerale. Se hai la necessità di richiedere informazioni perché hai avuto un decesso, clicca sul pulsante qui sotto e compila il form o chiamaci.
In caso di decesso, purtroppo, nonostante sia difficile affrontare la situazione, è necessario conoscere bene come gestire le pratiche funerarie e le tempistiche da rispettare per organizzare la veglia funebre e stabilire la data della cerimonia.
Quanto tempo deve passare per il funerale dopo un decesso in casa?
Nel caso in cui una persona sia venuta a mancare nella propria abitazione è necessario chiamare con urgenza il medico di base o la guardia medica affinché si accertino del decesso.
Il medico, infatti, deve controllare se la persona presenti tutti gli aspetti tipici di un corpo senza vita:
- l’assenza di battito cardiaco;
- la totale perdita di coscienza;
- la mancata risposta da parte dei muscoli;
- una temperatura corporea al di sotto dei 24 gradi;
- nessun controllo degli sfinteri;
- la mancanza di sensibilità in ogni parte del corpo;
- l’incapacità di rispondere ad alcun tipo di stimolo.
Fino a qualche anno fa, questi accertamenti venivano fatti dal becchino, mentre ora il compito è passato al medico legale.
Una volta scartato uno stato di morte apparente, l’ufficiale sanitario compila il certificato di morte con l’orario in cui è avvenuto il decesso. Da quel momento in poi bisogna attendere almeno 24 ore per organizzare il rito funebre.
Un passaggio molto importante è quello di avvisare l’ufficio Stato Civile del Comune entro 24 ore dal dalla scomparsa.
E se il decesso è avvenuto in ospedale?

A volte, purtroppo accade che una persona cara muoia durante la degenza in ospedale. Questo può avvenire sia in caso di malattia che dopo il ricovero in seguito ad un incidente.
Per accertare la morte, i medici monitorano l’assenza di attività cardiaca per circa 20 minuti, attraverso un elettrocardiogramma. Trascorso questo periodo ne dichiarano la morte e compilano il certificato di morte.
Quanto tempo deve passare per il funerale dopo un decesso in ospedale?
Così come per il decesso in casa, anche in caso di morte in ospedale, bisogna attendere almeno 24 ore dal decesso prima di celebrare il funerale.
Per quanto riguarda la documentazione relativa al decesso, è lo stesso ospedale ad occuparsi di inviare il tutto all’ufficio dello Stato Civile del Comune in cui si è verificata la scomparsa.
Dopo il decesso in ospedale, si sceglie un’agenzia di pompe funebri e si stabilisce se allestire la camera ardente all’interno del nosocomio o trasferire la salma in un altro luogo.
Per l’organizzazione di un funerale è utile sapere che, se non ci sono anomalie, la salma viene restituita ai familiari e messa a loro disposizione dopo circa un paio d’ore dal decesso.
Le tempistiche in caso di morte violenta
In caso di morte violenta non è facile stabilire le tempistiche entro le quali il corpo viene restituito ai familiari. In genere, infatti, bisogna attendere che il magistrato firmi il nulla osta e metta a disposizione dei parenti il corpo del defunto.
Inoltre, una volta disposta la restituzione, bisogna anche valutare la disponibilità della Chiesa.
Quando una persona muore in maniera poco chiara, infatti è necessario accertare le cause della morte. Il magistrato dispone l’autopsia sul cadavere in caso di morte violenta:
- se il decesso è avvenuto mentre la persona si trovava in casa da sola;
- se il cadavere viene rinvenuto morto e non vi siano cause evidenti per la sua scomparsa;
- per un incidente;
- in caso di omicidio;
- nel caso di un suicidio.
Se l’esame autoptico evidenzia in modo chiaro i motivi del decesso, la salma viene restituita in poco più di una giornata. Mentre, quando i motivi della morte non sono chiari da rinvenire, i tempi si allungano.
C’è un limite massimo dopo il decesso per organizzare un funerale?

Il Ministero della salute non stabilisce un limite temporale sulla chiusura della bara o per quanto riguarda l’inumazione delle ceneri. Bensì suggerisce che siano i comuni e, in particolare, la polizia mortuaria, a redigere un regolamento sulle tempistiche per effettuare la sepoltura.
Il limite, infatti, va collegato alle caratteristiche climatiche e ambientali relative al territorio. Nei posti più caldi e nei mesi estivi, la salma va incontro ad una decomposizione più veloce. Viceversa, nei luoghi più freddi e nei mesi invernali, la decomposizione del cadavere è più lenta.
Conclusioni
Le tempistiche sono lo stesse sia che il decesso sia avvenuto in casa che in ospedale.
I tempi di attesa per organizzare il rito funebre si allungano se la morte è accaduta in seguito ad un incidente, per suicidio o omicidio. Per i decessi violenti, infatti, si deve attendere l’esito dell’autopsia.
Quando il medico firma il certificato di morte, è il momento di rivolgersi alle pompe funebri, che si occupano di sbrigare le pratiche inerenti alla cerimonia funebre e alla sepoltura. Per farlo, hanno bisogno dei documenti del defunto, di una fotografia e della carta d’identità di un congiunto.
A questo punto viene stabilita la data del funerale.
Se hai bisogno di maggiori informazioni per l’organizzazione di una cerimonia funebre o sul costo di un funerale, contattaci.