Garofani, bucaneve, ciclamini… sono molti i boccioli usati nella tradizione per commemorare i defunti, in quanto ognuno di essi, oltre ad essere molto elegante esteticamente, è portatore di un significato particolare.
In questo articolo ci concentreremo tuttavia unicamente su quello che è il fiore prediletto in ambito funerario: il crisantemo, di cui ti daremo tante informazioni utili riguardo alle varietà disponibili e alle tecniche di coltivazione. Ma non solo questo: ti racconteremo anche molte curiosità particolari sul suo significato esoterico, che si basa su due leggende giapponesi, e sul motivo per il quale viene comunemente chiamato “fiore dei morti“.
Prima di cominciare, però, ti ricordiamo che se sei alla ricerca di una composizione floreale per il cimitero da utilizzare in occasione di un funerale oppure da portare in dono al tuo caro scomparso, puoi rivolgerti alla nostra agenzia Onoranze Funebri La Simonetta dal 1946: da noi troverai solo bouquet di alta qualità, realizzati con estrema professionalità e cura, in grado di rispondere perfettamente ad ogni tua esigenza.
Cosa sono i crisantemi?
Il termine “crisantemo” deriva dal greco “chrysánthemon (letteralmente “fiore dorato”), e indica una pianta da fiore appartenente al genere Chrysanthemum e alla famiglia delle Asteraceae.
La coltivazione del crisantemo affonda le proprie radici nelle terre fertili della Cina più di 2000 anni fa; successivamente, si è diffusa anche in Europa e in America, rispettivamente a partire dal XVII secolo e dal XIX secolo.
In natura, la pianta crisantemo si presenta come piccoli cespugli con larghe foglie lanceolate e colorati fiori di forme diverse, che fanno la loro comparsa durante la stagione autunnale; può essere coltivata in vaso oppure in terreno aperto. La temperatura prediletta dal crisantemo si aggira intorno ai 17-18 gradi, ma riesce a resistere ottimamente anche ad inverni rigidi e nevosi, nonostante ci sia il rischio che il clima gelido ne causi l’ingiallimento o addirittura la perdita delle foglie (le quali tuttavia ricresceranno in primavera).
In Cina, i crisantemi venivano anticamente essiccati e utilizzati per preparare infusi terapeutici volti a curare e pervenire numerosi disturbi, quali le infezioni microbiche (grazie anche all’elevato contenuto di vitamina C) e i problemi di natura vascolare.
Ancora oggi questi fiori sono molto apprezzati nella cucina orientale: in Corea, ad esempio, i loro petali sono un ingrediente tipico di molti dolci, mentre in Giappone vengono usati come foglie da insalata.
Non tutte le varietà di crisantemo sono però commestibili: tra quelle da evitare rientra soprattutto il tanaceto.
Qual è il significato esoterico dei crisantemi?
In Italia, i crisantemi sono fiori che vengono comunemente associati ad emozioni negative quali la tristezza e la malinconia, in quanto sono collegati ad eventi nefasti della vita di un individuo come la morte e il lutto. Non che però questa idea valga in tutto il mondo.
Negli Stati Uniti, ad esempio, il crisantemo è considerato un simbolo di gioia e prosperità, mentre nel Regno Unito esprime la felicità legata ad una nuova nascita; in Australia, viene invece donato in occasione della festa della mamma, in quanto, così come in latino, il crisantemo in inglese si dice “chrysanthemum”, nome nel quale si può leggere il termine “mum”, ovvero “mamma”.
Discorso simile vale per l’Oriente, in particolare per Cina e Corea, paesi in cui il crisantemo è il fiore con cui si addobbano le sale volte a celebrare eventi quali i matrimoni, i compleanni e le comunioni, siccome è espressione di buona fortuna.
Non solo: in Giappone è addirittura il fiore nazionale, tanto che l’Imperatore vanta una meravigliosa fioritura di crisantemi che mostra ogni anno al popolo in occasione dell’apertura al pubblico della sua reggia privata.
E rimanendo ancora un attimo nei territori giapponesi, ricchi di folklore e misteri, non possiamo evitare di riportare un racconto locale tramandato di generazione in generazione che ha per protagonista proprio il crisantemo.
Questa antica leggenda narra che in uno sperduto villaggio della penisola viveva moltissimo tempo fa una dolce bambina che passava tutte le sue giornate a versare lacrime al capezzale della madre in fin di vita. Uno spirito udì i suoi strazianti lamenti e, provando pena per lei, le regalò un crisantemo, affermando che ogni petalo di quel fiore rappresentava una giornata che la piccola avrebbe ancora potuto trascorrere insieme alla mamma, raccomandandole poi di darlo alla Morte quando sarebbe sopraggiunta a svolgere il proprio compito. Una volta che lo spirito se ne fu andato, però, la bimba strappò ogni petalo del crisantemo in tantissimi piccoli pezzi. Quando la Morte effettivamente arrivò, si trovò di fronte ad un fiore dotato di un numero incalcolabile di petali. Decise dunque non solo di non portare via con sé la mamma di quella furba bambina, ma anche di concedere alle due di vivere insieme tanti giorni quanti erano i nuovi “petali” del crisantemo.
L’origine vera e propria del crisantemo significato esoterico/folkloristico viene tuttavia spesso ricollegata ad un’altra leggenda, sempre di natura nipponica.
Protagonisti sono questa volta due giovani innamorati, uniti dalla passione ma divisi dalle classi sociali: lei infatti apparteneva ad una famiglia ricca e facoltosa, lui era un modesto artigiano; proprio per questo motivo, il ragazzo decise di abbandonare l’amata, rifugiandosi in un monastero che sorgeva sulla vetta di un’imponente montagna. La fidanzata però non volle sentire ragioni, e partì con addosso soltanto i propri delicati e leggeri vestiti in direzione del monastero. Le temperature esterne in quel periodo erano gelide, nonostante fosse soltanto autunno, e dopo ore di cammino la ragazza soccombette al tocco ghiacciato della neve che aveva iniziato a scendere implacabile. Morì tra le braccia del suo innamorato, che aveva udito una sorta di richiamo e le era corso incontro per trovarla lì, distesa a terra; non aveva più sorrisi, eppure ne aveva trovato ancora uno, piccolo piccolo, solo per lui, prima di lasciare per sempre questo mondo. I tristi spettatori di questo agonizzante evento erano soltanto quattro: il ragazzo, il cielo che ancora piangeva neve, la montagna solitaria e… un neonato fiore di crisantemo bianco, sorto dal nulla come omaggio della natura al profondo legame perduto che aveva unito i due giovani.
Perché i crisantemi vengono anche definiti “fiori dei morti”?
Abbandoniamo ora il mondo delle leggende orientali per tornare in Italia.
Come accennato prima, qui da noi (e soltanto qui da noi) i crisantemi sono tra tutti senza dubbio i fiori più famigerati: ciò si può evincere semplicemente dall’altro nome con cui sono conosciuti, ovvero “fiori dei morti”.
Ma qual è il motivo che si cela dietro questa tetra nomea?
Beh, qui niente miti e racconti antichi in cui perdersi e dilungarsi, bensì solo una semplice associazione: il periodo di fioritura classico dei crisantemi inizia infatti generalmente i primi di novembre, e la festa dei morti, nel nostro paese, cade proprio il 2 di questo mese. Ecco spiegato il mistero.
Possiamo però andare un po’ oltre, e ricollegarci anche noi ai simbolismi positivi di cui sono investiti i crisantemi negli altri paesi del mondo.
I crisantemi sono infatti i fiori più comuni ad essere portati in dono ai cari scomparsi che riposano in un cimitero. Vedendola in tal senso, possiamo dunque dire che i crisantemi sono messaggeri concreti della nostra richiesta di protezione ai defunti, e racchiudono in sé tutto l’amore che ancora e sempre proviamo per chi non c’è più.
Le tipologie di crisantemo quali sono?
Il crisantemo è una pianta davvero straordinaria, e anche molto variegata: in natura ne esistono infatti oltre 200 specie.
Elencarle tutte in questo articolo sarebbe un po’ complicato, quindi passiamo a parlare qui di seguito solo di alcune delle varietà più classiche, belle e diffuse, che si differenziano tra loro principalmente per la forma della corolla e per i colori dei petali.
Crisantemi a fiori d’anemone
Fanno parte di questa categoria crisantemi dai più diversi colori, come i Milano White, di un bianco splendente, o gli Ibis Sunny, gialli come il Sole, o ancora i Sienna, di un’intensa tinta scarlatta.
Crisantemi pom pon
Piccoli, simili ai pom pon grazie alla loro corolla circolare e al disco centrale praticamente assente, come le giallissime Boris Becker Sunny o le Saffier, gialle ma con venature rossastre, e le più grandi Lollipop Purple, di colore viola.
Crisantemi spider
Come i ragni da cui prendono il nome, questi crisantemi hanno petali che sembrano le zampe di un ragno, lunghe e sottili. Ne fanno parte i Kazan, bianchi, e i Revert, di un intenso verde.
Crisantemi a margherita
Sono molto simili alle margherite, e comprendono tra i tanti i Two Tone Dark Pink e i Podolsk Yellow, i cui colori sono un mix di giallo, rosso e arancione.
Crisantemi bianchi
Considerati simbolo di verità ma allo stesso tempo anche di dolore e sofferenza, sono per questo i più diffusi in ambito funerario. Un esempio è il Chrysanthemum parthenium, che sboccia tra giugno e settembre, e raggiunge un’altezza non superiore ai 70 cm.
Crisantemi gialli
Come il Chrysanthemum segetum, uno dei più grandi, o il Chrysanthemum multicaule, che al contrario non supera i 30 cm di altezza. Il colore giallo è associato al perdono, soprattutto in caso di trascuratezza del proprio partner.
Crisantemi rossi
Di impattante effetto visivo, sono spesso paragonati alle rose, in quanto sono simbolo di passione e amore, e, se regalati, possono equivalere ad un delicato “ti amo“.
Crisantemi tricolore
Questi crisantemi hanno petali di vari colori con numerose striature.
Come si coltiva e cura il crisantemo?
Il crisantemo è una pianta erbacea molto adattabile, la cui coltivazione non richiede chissà quale pollice verde. Tra i consigli che però possiamo darti per prendertene cura al meglio vi è innanzitutto quello di prediligere per la loro coltivazione ambienti tiepidi e umidi, e di ricorrere fin da subito alla pratica della pacciamatura, che può essere eseguita con paglia o ancor meglio foglie secche e che è fondamentale per ridurre al minimo i rischi di ristagni, molto pericolosi per la salute della pianta.
Vediamo però ora più nel dettaglio le varie pratiche di coltivazione e cura del crisantemo.
Messa a dimora
Con questo termine si intende, in botanica, l’operazione di trapianto di un vegetale nel luogo stabilito per la sua crescita; nella sua nuova e fissa “dimora”, insomma.
Nel caso del crisantemo, è bene procedere con la messa a dimora durante l’autunno o la primavera.
Vi sono tuttavia alcune differenze procedurali di cui tenere conto a seconda che tu voglia coltivare questa pianta in un vaso oppure nel terreno di un orto o un giardino.
- Coltivazione in vaso: utilizza un contenitore avente una profondità di almeno 30 cm, da riempire con terriccio di buona qualità e di medio impasto, a PH neutro. Sul fondo, dovresti poi spargere dell’argilla o della ghiaia, per assorbire l’umidità in eccesso e facilitare così il drenaggio. Il rinvaso può essere effettuato tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.
- Coltivazione in orto o giardino: anche in questo caso dovrai assicurarti che la porzione di terra volta alla crescita del crisantemo trapiantato sia abbastanza grande, avendo in particolare cura di distanziare le piantine di almeno 60 cm l’una dall’altra.
Annaffiatura
Il crisantemo, per sopravvivere e donare fiori dai colori splendidi, ha bisogno di un’abbondante dose di acqua.
Nel caso di crisantemi coltivati in spazi aperti come gli orti e i giardini si può sfruttare come fonte d’irrigazione naturale l’acqua piovana, ma in caso di periodi asciutti e caldi e di crisantemi coltivati in vasi in ambienti coperti, dovresti innaffiare la pianta una volta al giorno, soprattutto di mattina presto, per permettere un corretto assorbimento dell’acqua nel corso di tutta la giornata.
La frequenza d’irrigazione non è comunque un dato fisso, in quanto dipende da numerosi fattori come le caratteristiche e i bisogni della pianta stessa e l’umidità presente nell’aria. Per evitare ristagni, dunque, controlla sempre che il terreno sia ben drenato.
Concimazione
Ci troviamo di fronte ad un’altra pratica indispensabile per la corretta cura delle piante erbacee come il crisantemo.
La concimazione andrebbe effettuata soprattutto verso la fine dell’estate, per garantire una buona fioritura durante l’autunno.
In caso di crisantemo coltivato in vaso, dovresti eseguire questa operazione almeno una volta ogni dieci giorni, utilizzando prodotti con un elevato tenore di potassio. Per i crisantemi coltivati in piena terra, negli orti o nei giardini, la concimazione può invece essere effettuata con minor frequenza.
Potatura
Per permettere alla pianta di avere il giusto spazio per crescere, elimina i rami secchi tagliandoli di 10 cm da terra non appena cominciano le prime gelate. Successivamente, in piena primavera, è bene accorciare i rami troppo lunghi, lasciandoli indicativamente di non più di 10-15 cm dal terreno. Devi però ricordarti di svolgere questa pratica anche in estate, per permettere alla pianta di irrobustirsi.
Controlla inoltre sempre lo stato di salute del tuo crisantemo, in modo da intervenire tempestivamente in caso di problemi. Laddove fosse attaccato da parassiti e malattie di vario tipo (una delle più comuni è l’oidio, detta anche “mal bianco”, causata da funghi), elimina le foglie colpite e somministragli dei prodotti a base di zolfo oppure degli antiparassitari o degli insetticidi specifici.
Fioritura
I primi fiori del tuo crisantemo faranno la loro comparsa con l’arrivo dell’autunno: questo perché ci troviamo di fronte ad una pianta brevidiurna, che necessita cioè di una riduzione delle ore di luce giornaliere per poter sbocciare.