Quando una persona scompare, è tradizionalmente diffusa la pratica della veglia funebre, che permette ai suoi cari di raccogliersi per l’ultima volta attorno a lei e porgerle i propri omaggi e il proprio saluto.
A questo scopo, ci si riunisce attorno al corpo dell’individuo perduto per un periodo di tempo variabile, che può durare solo alcune ore oppure un giorno intero; al termine della veglia, il cadavere verrà collocato all’interno della bara e si potrà così procedere con la celebrazione del funerale e con l’eventuale cremazione delle ceneri, se prevista.
Sapevi però che, secondo le credenze popolari tramandate di generazione in generazione, è bene mettere in atto alcuni trattamenti post-mortem quando si ha in casa un defunto per la veglia funebre?
Vediamo meglio quali sono i più diffusi.
Lasciare da solo il defunto dopo lo scoccare della mezzanotte
Secondo quanto si dice, soprattutto in caso di veglia notturna, è bene posizionare alcune sedie accanto alla salma, le quali tuttavia dovranno essere lasciate libere: il loro scopo è infatti quello di invogliare le anime degli antenati del defunto a fargli visita, per portarlo nell’aldilà.
La tradizione impone però una regola ben precisa: il defunto deve essere lasciato da solo dopo la mezzanotte. È in questo momento infatti che il suo spirito lascia il corpo, ma per farlo non deve avere accanto a sé alcun vivente. In caso contrario, rimarrebbe sospeso in eterno tra i due mondi, senza trovare la pace che merita.
Prima di salutarlo definitivamente, bisogna inoltre lasciare nelle tasche del caro scomparso alcune monete, affinché possa pagare l’obolo a San Pietro ed accedere così al Paradiso, e altresì disporre sotto al suo cuscino gli ultimi vestiti che ha indossato prima della morte e i piatti e le posate con cui era solito consumare i pasti di ogni giorno.
Coprire tutti gli specchi di casa
Un’altra credenza popolare molto diffusa è quella che prevede di coprire, mediante anche un semplice lenzuolo, tutti quanti gli specchi, quando in casa si ha un defunto.
Lo specchio è infatti da sempre al centro di numerosissime superstizioni, che affondano le proprie radici in tante culture differenti: questo oggetto, grazie al suo potere riflettente, viene generalmente considerato una sorta di ponte di collegamento tra la realtà fisica e quella spirituale.
Se non viene adeguatamente coperto, può dunque essere sfruttato dal defunto per catturare il riflesso di un vivente e trascinarlo con sé nel mondo dei morti.
Non solo: si dice anche che lo specchio possa intrappolare le anime delle persone scomparse; l’atto del coprirlo permette dunque di evitare che ciò accada a quella del proprio caro.
Accendere un lumino
I lumini, come fa intendere il nome, sono dei lumi di dimensioni ridotte formati da un cilindro di cera collocato all’interno di un bicchierino. Solitamente vengono posti in Chiesa, come omaggio e richiesta di aiuto alla divinità, oppure in corrispondenza delle tombe degli individui scomparsi, in qualità di simbolo di affetto e vicinanza nei loro confronti da parte dei cari che hanno per sempre lasciato.
Secondo la tradizione, però, il giorno del decesso di in un individuo andrebbe sempre acceso un lumino votivo, per rischiarare l’oscurità che lo ha d’improvviso avvolto e proteggerlo dall’attacco di potenziali creature demoniache che si celano nel buio.
Ma in occasioni del genere il lumino diventa anche uno strumento indicatore: quando si spegne, vuol dire che il defunto è arrivato al termine del suo viaggio nell’aldilà, ed ha dunque trovato eterno riposo presso il Regno dei Cieli.
In caso non si disponesse di alcun lumino, è pratica comune anche quella di lasciare la luce accesa nella stanza in cui si trova la salma, o in alternativa posizionare una fiammella di qualsivoglia tipo accanto ad essa, per assicurare la giusta illuminazione in grado di rischiarare il buio percorso che la sua anima da lì a poco si appresterà ad attraversare.